Alex Marquez Marc
Alex Marquez ha ripercosso il suo 2024, dove ha dovuto condividere il box del team Gresini in MotoGP con suo fratello Marc.

Il 2024 di Alex Marquez in MotoGP è stato un anno particolare perché il numero 73 ha dovuto condividere il box con suo fratello Marc nel team Gresini. Nonostante la pressione di avere un otto volte campione del mondo come compagno di squadra, il più piccolo di età dei fratelli Marquez ha concluso all’ottavo posto il Motomondiale 2024, con qualche punto in meno, vittoria e podi in meno rispetto al 2023, ma mostrando più costanza di risultati.

Alex Marquez e il secondo anno con Gresini in MotoGP: “Quando c’è stata l’opportunità di prendere Marc, Masini e Merlini erano convinti”

A dir la verità Marc ad Alex Marquez sarebbero dovuto essere compagni di squadra nel 2020 in Honda HRC, ma la pandemia prima e poi soprattutto il brutto e lungo infortunio dal numero 93 durante il GP di Spagna a Jerez, hanno interrotto anzitempo questo binomio da 10 titoli mondiali. Quest’anno hanno avuto finalmente modo di condividere il box per tutta la stagione ed anche un podio insieme, ovvero quello del GP della Germania. In un’intervista rilasciata a Relevo, Alex Marquez ha parlato di quando in Gresini si è deciso di ingaggiare Marc Marquez e quale può essere il lato negativo di avere in squadra uno dei piloti più importanti e vincenti del Motomondiale.

Alex Marquez 2024 Marc
Photo Credit: Gresini Racing D

Quando c’è stata l’opportunità di prendere Marc, una domanda che ho posto a Michele Masini e a Carlo Merlini è stata: ‘Siamo preparati per l’arrivo di uno del genere in squadra? Perché se non siamo preparati, rifiutiamo e basta’. Mi hanno detto di sì, che erano convinti. Tutto ciò che deriva dall’avere Marc ha fatto crescere molto la squadra. La cosa negativa è la pressione e il modo in cui ti guardano le persone. Nel 2023 il box era molto rilassato, non eravamo costantemente sotto i riflettori e avere Marc significa che quando apri il box hai 20 giornalisti davanti che sanno tutto quello che succede. Non solo nel lato suo, ma in tutto il box in generale. Tutta questa pressione, non solo dei giornalisti ma anche di persone esterne che guardano più da vicino, è l’aspetto più negativo”.

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Simone Cervelli

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