Ieri è arrivato l’annuncio che forse non avremmo mai voluto sentire: “Valentino Rossi abbandonerà a fine stagione il paddock della MotoGP”; si conclude così un’era che ha visto scendere in pista uno dei piloti più influenti del mondo delle due ruote, ma come sarà la MotoGP senza il grande Valentino Rossi?
Il maestro Rossi e i suoi giovani allievi
“È ora che faccia spazio ai giovani“. Erano queste le parole che si leggevano fino a qualche giorno fa sui social e sui giornali; parole superficiali accompagnate da argomentazioni ancora più imprecise che andavano a descrivere nel modo più errato possibile tutto quel mondo che porta l’acronimo di “VR46”. Riflettiamo quindi un secondo su quello che Vale ci sta lasciando senza tenere conto di quella che è stata la sua fantastica carriera.
VR46, non è solamente un marchio e non è solamente Rossi. Da molti anni a questa parte infatti, a questo nome viene associato una della Academy motociclistiche più note e importanti del mondo delle due ruote. La VR46 Academy è infatti la scuola fondata dallo stesso Valentino assieme all’amico storico Uccio Salucci ed è solo grazie ad essa se oggi possiamo apprezzare in pista numerosi talenti presenti nel paddock della MotoGP come: Bagnaia, Morbidelli, Marini, Bezzecchi, Vietti, Migno ed Antonelli.
Di spazio ai giovani ne ha dato a sufficienza. Inoltre, ora che Valentino si ritirerà, ci sarà una sella in più libera oltre a quelle create da lui stesso. Ricordiamo infatti che dal 2022 debutterà in top class il suo team Aramco-VR46 motorizzato Ducati che vedrà in sella Luca Marini e Marco Bezzecchi, pilota Moto2 non ancora confermato. L’ultimo posto sarà quindi quello che libererà tra qualche mese nel box Petronas, una M1 libera farà di certo gola a numerosi piloti.
La MotoGP senza il 46
A Roma c’è una frase, già utilizzata in un contesto simile, che esprime perfettamente la sensazione di vuoto incolmabile provocata dall’abbandono di un personaggio del calibro di Rossi: “Speravo de’ morì prima!”. Nessuno di noi avrebbe mai voluto assistere a questo momento, nessuno avrebbe mai voluto vedere un atleta, un idolo, un simbolo abbandonare il mondo che lo ha reso iconico. Anche perché quel mondo non sarà più lo stesso senza di lui, perché quel mondo non sarà più tale senza di lui, forse perché lui è quel mondo.
Il suo addio rimarrà per molto tempo inconsolabile ed immaginare un paddock senza il grande ed italianissimo Valentino sarà difficile. Gli atteggiamenti, i sorrisi e i commenti ironici che rinfrescavano quel clima così competitivo mancheranno a tutti: compagni, amici e rivali. Perché volente o nolente un personaggio così ti rimane nel cuore, come del resto ha detto anche Max Biaggi, acerrimo rivale.
Voglio augurare una Buona Vita ad un mio Grande Avversario con il pensiero che magari un giorno potremo trovarci insieme a sorridere nel ricordo di quei momenti.
Max Biaggi
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