La MotoGP in vista delle prossime stagioni sta studiando un metodo per comunicare gli incidenti ai piloti. L’obiettivo è quello di cercare di avere meno situazioni critiche, dove il pilota che segue con qualche secondo di distacco è informato di avere davanti a sè un possibile incidente nelle curve successive a quelle che sta percorrendo.
Obiettivo evitare il più possibile incidenti con investimento
In seguito ai tragici incidenti di quest’anno dove Jason Dupasquier, Dean Berta Vinales e Hugo Millan hanno perso la vita, il motociclismo sta cercando di migliorare ulteriormente sul piano della sicurezza. Nel corso del 2021 questi tre incidenti hanno avuto le stesse dinamiche, ovvero piloti che cadono e vengono poi colpiti dai piloti che seguono. Le norme di sicurezza hanno portato modifiche in tre aree: numero di partecipanti e limiti di età, equipaggiamento del pilota e comunicazione col pilota. Mentre la riduzione del numero in griglia e l’innalzamento dei limiti di età sono autoesplicativi, qualunque siano i progressi nell’equipaggiamento del pilota, purtroppo non è possibile proteggersi completamente da un impatto diretto di una moto ad alta velocità.
Il meglio da fare in tali situazioni è avvertire i corridori che seguono il prima possibile, aumentando le loro possibilità di riuscita di un’azione evasiva. Non sempre però avviene tutto alla perfezione. Un esempio è stato l’incidente in MotoGP a Spielberg quando Pedrosa è caduto dalla KTM e la sua moto è stata poi colpita da Savadori. Mentre alcuni incidenti con più motociclisti si verificano in una frazione di secondo, il lungo tempo tra la caduta di Pedrosa e il successivo impatto di Savadori ha sottolineato che l’attuale sistema di allarme “umano”, che si basa sul seguire i motociclisti che vedono un incidente davanti o individuano bandiere gialle e segnali lampeggianti tavole controllate dai marshall, non basta.
Le prime prove verranno effettuate nei primi test prestagionali 2022 della MotoGP
Il nuovo obiettivo è creare sistemi di allerta automatici, quasi istantanei, ai motociclisti che seguono con i primi test che inizieranno ad inizio 2022. Tali sistemi non sarebbero di aiuto in ogni situazione, ma potrebbero fornire un vitale 0,5s-5s di avvertimento extra ai piloti che seguono e non hanno visto davanti a sè l’incidente, perché in percorrenza di curva oppure molto lontani in termini di distacco.
Durante le prove libere del venerdì MotoGP a Portimao, si è svolto un test che prevedeva l’utilizzo di luci posteriori da pioggia in condizioni di asciutto, come possibile metodo per avvisare i piloti di un incidente davanti a loro tramite lampeggio. I motociclisti hanno riferito che le luci sono rimaste visibili anche in pieno sole, ma la posizione variabile non ha reso facile l’individualizzazione. Quella di Portimao era solo un test perché il metodo definitivo per avvisare i piloti della MotoGP di uno o più incidenti resta da decidere.
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