Valtteri Bottas ha parlato a cuore aperto dei problemi con la sua salute mentale. Il suo passato è stato segnato dalla ossessione della forma fisica, fondamentale per la prestazione in F1. Dopo l’aiuto di uno psicologo, il finlandese ha deciso di sfruttare la sua visibilità per sensibilizzare il pubblico a una tematica così delicata e attuale.
Bottas sulla sua salute mentale: “Ero così ossessionato da mollare tutto”
L’opinione pubblica categorizza i politi di Formula 1 come delle persone folli, invincibili e, generalmente, senza paure. In realtà, dietro la patina brillante del circus, quando le monoposto sono ferme ai box, regna il silenzio nel paddock e i piloti ripongono tute e caschi al posto, escono fuori tutte le delicatezze dell’essere umano. Dopo Toto Wolff, Lewis Hamilton e Lando Norris, anche il pilota finlandese Valtteri Bottas ha aperto il suo cuore, parlando del suo passato, segnato da tenebre oscure. Ospite di Yökylässä Maria Vitolo, il numero 77 dell’Alfa Romeo ha raccontato delle sue ossessioni sulla forma fisica, fondamentale nella prestazione in F1. L’incidente mortale di Jules Bianchi, per il finlandese, è stato l’inizio di tutti i suoi problemi mentali.
“La morte di Jules è stato un brutto colpo per me. Solo dopo due anni sono riuscito ad “andare avanti”. Nel mentre ho sofferto di aritmia ed ho pensato fosse veramente la fine. Quando la tua vita gira a 360° intorno alla F1 e succedono disgrazie del genere, ti sono senti svuotato. Non mi piaceva più, volevo smettere”. – Valtteri Bottas
La situazione non è di certo migliorata quando è passato in Mercedes, al fianco del campione del mondo Lewis Hamilton. Per guadagnarsi un sedile fisso, e non più dei semplici rinnovi annuali, il numero 77 ha spinto al limite il suo fisico e, conseguentemente, la sua salute mentale. La forma fisica è fondamentale in Formula 1, perché permette di raggiungere la migliore prestazione della vettura in termini di velocità. Il finlandese ha sviluppato però un’ossessione verso la dieta ferrea e l’allenamento, che gli hanno portato anche dei problemi di salute, come la difficoltà ad addormentassi e il continuo affaticamento.
“Mi allenavo fino a provare dolore, a livello mentale e fisico. Ho decisamente perso il controllo di me stesso. Non mi è stato diagnosticato nero su bianco un problema alimentare, ma sicuramente ne soffrivo. La mia vita, segnata da questa ossessione, non era molto salutare ma io credevo fosse necessario per essere il migliore. Mi dicevano di dover pesare 68 chili, io invece ne pesano 73, così ho fatto di tutto: mi allenavo anche due volte al giorno, di nascosto dal mio personal trainer”. – Valtteri Bottas
Bottas e il supporto psicologico
La situazione è generata fino al punto in cui Bottas non ha capito che questa sua ossessione era controproducente. Ha deciso di rivolgersi ad uno psicologo, che al primo incontro ha definito il pilota un “robot” concentrato solo al raggiungimento dell’obiettivo, senza provare nessun tipo di sentimento. Grazie al supporto psicologico, il finlandese ha superato i problemi fisici e mentali, riuscendo a comprendere, finalmente, che la vita non è solo quella in F1. Ha dichiarato, inoltre, che solo riuscendo a trovare sé stesso ha avuto la giusta fiducia che gli ha permesso di vincere.
“Necessitavo di uno psicologo per riprendermi, non avevo nessun interesse se non quello di raggiungere l’obiettivo. Devo dire, però, che in quel particolare momento non avevo più una vita al di fuori della F1, mi ero da poco separato ed ero solo. Mi ha aiutato anche quando ho detto addio alla Mercedes. Non sapevo se avrei avuto un futuro in questo sport. Poi ho avuto il sedile in Alfa Romeo, e finalmente sto meglio.” – Valtteri Bottas
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Mara Giangregorio