Ben Sulayem ha affrontato la questione aperta da Christian Horner sui motori del 2026. Il team principal di Red Bull ha contestato l’idea del presidente della FIA, che vorrebbe un motore più rivolto alla parte elettrica per permettere alle vetture di emettere meno CO2. Nonostante le parole del manager britannico che parlava di vetture “Frankestein”, Sulayem sembra deciso a voler proseguire verso la strada scelta, per riuscire nell’obiettivo di rimuovere tutto l’inquinamento possibile entro il 2030.
Ben Sulayem va contro Horner: “Lo ascolto, ma devo fare ciò che è buono per lo sport”
Con il regolamento entrato in vigore nel 2022 in Formula 1, i team motoristi hanno avuto una data di scadenza per poter effettuare delle modifiche importanti ai motori. Nel 2026, infatti, tutte le squadre dovranno attenersi a nuovi cambiamenti regolamentari che toccheranno soprattutto l’ambito delle power unit. Il nuovo presidente della Formula 1, Ben Sulayem, ha sin da subito cercato di trovare una via per rendere più sostenibile la categoria riducendo significativamente le emissioni. I motori dei venti bolidi che scendono in pista ogni weekend sono ormai dal 2014 ibridi, e con il passare degli anni, la componente elettrica sta diventando sempre più importante.
Una delle novità del futuro motore sarà la rimozione dell’MGU-H. Questa renderà necessaria una spinta maggiore al reparto elettrico della PU in relazioni, invece, alla parte alimentata dal carburante a combustione. Per questo motivo, sono state proposte diverse idee, con una percentuale di parte elettrica maggiore dell’altra, effettuando così un cambiamento epocale nella storia della F1. A tal proposito, il team principal di Red Bull, Christian Horner, ha criticato l’idea poiché l’ha ritenuta una sorta di unione di diversi componenti che renderebbero solo più difficile la produzione e l’utilizzo. Alla definizione di “motori Frankestein”, il CEO della Federazione Mohammed Ben Sulayem ha risposto così, a Motorsport-Total.
“Alla fine, questa è la sua opinione. Rispetto quello che dice Christian, ma per me ciò che è più importante è ciò che è buono per la maggior parte delle squadre e per lo sport nel suo insieme. Ho parlato con lui in Ungheria, ascolto sempre le opinioni delle parti interessate. Sembrava che non gli importasse molto della distribuzione percentuale tra elettricità e combustione, che sia 60:40, 45:55 o 52:48. Alla fine, si tratta del motivo per cui lo stiamo facendo, cioè ridurre le emissioni dell’80%. Forse siamo un po’ troppo ottimisti. Ma puntiamo a questa percentuale, che dovrebbe provenire da auto più leggere, dal motore a combustione interna, dalla batteria, dall’aerodinamica e da meno benzina. Tutto si aggiunge a qualcosa. Se rallentiamo solo su una sotto-area, non raggiungeremo l’obiettivo”.
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