red bull vandone
La Red Bull di oggi è una macchina perfetta, che ora ha bisogno solo di essere guidata, come spiegato da Fabiano Vandone a Paddock GP.

Red Bull ha ottenuto un’altra meravigliosa doppietta in Italia, che conferma lo stradominio del 2023. A Monza Max Verstappen ha preceduto il compagno di squadra Sergio Perez, in un weekend finito bene, ma non sempre così tranquillo come nelle tappe precedenti. Nonostante l’incursione di Ferrari con la pole di Carlos Sainz al sabato, e la difesa strenua della domenica, il team di Milton Keynes continua a portare trofei a casa. Nell’ultima puntata di Paddock GP, il celebre giornalista Fabiano Vandone ha spiegato cosa ha portato i bibitari ad essere così imprendibili, anche nell’occasione italiana.

Red Bull, Fabiano Vandone spiega il dominio: “Oggi la Formula 1, più di ieri, è budget”

La Red Bull di Max Verstappen vince ancora, per dieci volte consecutive, anche a Monza. Il Gran Premio d’Italia 2023 è stata la conferma più grande di uno strapotere indiscusso per la squadra migliore del lotto. Direttamente da Milton Keynes, la RB19 studiata da Adrian Newey ed i suoi ingegneri ha permesso all’olandese ed a Sergio Perez di essere forti ovunque, anche quando il weekend fa presagire qualche difficoltà. Nel primo fine settimana di settembre, la squadra anglo-austriaca ha battuto la migliore Ferrari della stagione, dimostrando come anche quando si è un po’ sottotono, non ce ne sia per nessuno. Sviscerando un po’ i meriti generali di questo incredibile anno per RB, il conduttore di ChronoGP Fabiano Vandone ha spiegato cosa oggi sta influendo tanto sulla forza del team di Christian Horner, nell’ultima puntata di Paddock GP.

red bull monza
Photo Credit: Red Bull Content Pool

“La RB19 è un progetto che è arrivato al suo apice di performance prima dell’estate. Oggi la vettura è già il laboratorio di quella del prossimo anno. Questo regolamento del budget cap, che centellina le spese dei team, quindi la capacità dello sviluppo delle monoposto, era stato ideato per compattare tutte le vetture di F1 in pochi centesimi. Tuttavia, questo sistema non permette ad un team che è partito indietro di recuperare molto. Il budget cap non permette di sviluppare le aree più deboli, e neanche di ingaggiare tecnici che possono aiutare nel miglioramento. Questo è il primo vantaggio che Red Bull ha da gestire. Ha creato un distacco di performance tale che gli altri fanno fatica a ridurre, perché non hanno il budget disponibile per farlo. Oggi la Formula 1, più di ieri, è budget”.

Vandone analizza il lavoro a Milton Keynes: “Non fa altro che ottimizzare un sistema vincente”

L’occhio sul progetto vincente di Red Bull lo hanno messo tutti. I team avversari hanno guardato con attenzione sin dalla prima gara a quelle che sembravano essere qualità incredibili della RB19, e che alla fine si sono dimostrate tali. Oggi, dopo oltre metà stagione completata, la corsa al titolo è ormai cessata seppur la matematica consenta ancora di sognare, ed il lavoro è già tutto proiettato sul 2024. Relativamente all’operato della squadra di Milton Keynes, soprattutto dopo che il progetto si è rivelato grandioso, ne ha parlato Fabiano Vandone. Il celebre giornalista italiano ha sintetizzato quale sia stato fondamentalmente il lavoro dei tecnici su una vettura, che di per sé è già stata “sfornata” perfetta.

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Photo Credit: Red Bull Content Pool

“Quando c’è un nuovo regolamento, ci sono nuove idee diverse che arrivano dagli ingegneri. Tuttavia, alla fine si crea una tendenza a seguire la tecnologia vincente. L’esempio è Mercedes, che ha seguito l’idea delle pance Red Bull dopo aver avuto la propria idea iniziale. La Red Bull non fa altro che ottimizzare un sistema vincente, un modello vettura che oggi ha un netto vantaggio tecnico e probabilmente riuscirà a mantenerlo. Tecnicamente quest’anno può vincere tutti i GP, poiché è davvero forte dappertutto. La Red Bull può perdere una gara, come successe alla McLaren nel 1988, ma a livello di affidabilità, di continuità, di capacità di finalizzazione di Verstappen, gli ingredienti sono tutti così alti da non lasciare margine ai competitors.

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Alessio Auriemma

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