Riconquistare un sedile in Red Bull e dare un epilogo a un capitolo lasciato in sospeso: è probabilmente questo l’obiettivo sotteso al rientro in F1 di Daniel Ricciardo lo scorso anno. Ciò che però il nativo di Perth non aveva messo in conto sono le difficoltà riscontrate in questo avvio di stagione, che alimentano dubbi non solo sulle chance di approdare a Milton Keynes, ma sulla sua stessa permanenza in categoria.
Il ritorno di Ricciardo nel 2023 per riconquistare Red Bull
A quattro gare dall’inizio di quella che è una stagione cruciale, che avrebbe dovuto consolidare il suo ritorno in pianta stabile, Daniel Ricciardo appare in netta difficoltà. Difficoltà che oscurano quanto di positivo si era visto e detto sul finale del 2023, quando il rientro a metà stagione del #3 in sostituzione del deludente Nyck de Vries, sembrava nient’altro che la premessa alla riconquista di quel sedile Red Bull abbandonato con coscienza di causa nell’ormai lontano 2018.
Ed in effetti, dopo lo stop forzato per l’infortunio al polso di Zandvoort, un Daniel sorridente e apparentemente a suo agio, aveva fatto intravedere sprazzi di ritrovata competitività. Esempio su tutti, il GP del Messico, quando Ricciardo era riuscito a mettere a segno un weekend solido, cogliendo la settima piazza al traguardo. Un feeling, quello con la AT04, che sembrava finalmente consentire all’australiano di esprimere le sue potenzialità. Lo stesso Ricciardo, alla vigilia del campionato, si era mostrato trepidante, ansioso di guidare una Racing Bulls all’apparenza promettente.
L’ avvio deludente di un 2024 che per Ricciardo farà da spartiacque
L’inizio di stagione ha certificato una VCARB 01 da centro classifica più che da podio. Ma se questo può aver smorzato gli entusiasmi dell’australiano, certo non giustifica la bassa qualità del suo rendimento. Se non altro perché Yuki Tsunoda ottiene risultati migliori: più veloce e incisivo sia in qualifica che in gara, il giapponese ha il merito esclusivo dei 7 punti raccolti finora dalla scuderia. Confronto che acquisisce un peso specifico maggiore, dal momento che il classe 2000 non è mai stato realmente in lizza per un posto nel top team, a causa di un potenziale giudicato insufficiente. Sulla carta Daniel avrebbe dunque dovuto essergli superiore.
Eppure i primi quattro appuntamenti stagionali raccontano una storia differente, con l’australiano costantemente battuto dal compagno di squadra, mai in zona punti, nonché protagonista di spiacevoli errori, come il testacoda in Australia. Lo sfortunato incidente al via a Suzuka, che ha prematuramente posto fine al GP, certo non aiuta ed è sintesi del momento negativo che il pilota sta attraversando. Le lamentele circa una monoposto che “non sembra ok al 100%”, così come le speranze che il nuovo telaio che arriverà in Cina possa infondere fiducia, sono un’ulteriore manifestazione di insicurezza, rievocando i fantasmi del periodo nero in McLaren.
Un mercato in fermento non lascia spazio alle incertezze
Chi conosce Daniel, sa di cosa è capace. O almeno ciò che è stato in grado di fare. Ma in F1 adesso più che mai conta il qui e l’ora, e con un mercato piloti in fermento dopo il matrimonio Hamilton-Ferrari, fare bene subito è diventato imperativo categorico. Soprattutto perché portare pazienza non è tra i dettami della filosofia adottata in casa Red Bull. Un Perez che porta a compimento il suo ruolo di secondo pilota e proposte di mercato più appetibili rendono la situazione di Daniel ancor più traballante. Helmut Marko, del resto, nel suo tipico savoir faire, non ne ha fatto mistero. Con allusioni più o meno velate, il consigliere austriaco ha fatto intendere a più riprese che Daniel è sotto costante scrutinio, incitando il pilota a trovare la velocità che, per il momento, stenta a far presenza.
Inoltre, la compagine anglo-austriaca non è nuova a cambi di sedile a stagione in corso. E se il posto in Red Bull resta un miraggio, la stessa permanenza in Racing Bulls potrebbe avere vita breve. Insistenti voci di mercato vorrebbero il promettente Liam Lawson prossimo alla sostituzione di Daniel, il quale, stando a quanto riportato da Motorsport.com Italia, avrebbe già ricevuto un ultimatum in questo senso. Del resto, il giovane neozelandese ha fatto mostra di sé lo scorso anno, non lasciando dubbi circa il suo talento e figurando quindi come un’opzione più redditizia di Ricciardo. Chiaro, a un pilota dal talento e dalla simpatia di Daniel non si può che voler bene, e a tutti piacerebbe vederlo ritrovare la competitività di un tempo. Sta a lui però correggere il tiro in corsa, e occorre farlo al più presto perché il Ricciardo attuale non può bastare.
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Miriana Straccia