Michel Fabrizio
Michel Fabrizio attacca duramente la Federazione e decide di non correre il weekend di Jerez e annuncia contestualmente il suo ritiro

L’ennesima tragedia che ha coinvolto il motociclismo ha fatto prendere una decisione forte a Michel Fabrizio. Dopo la morte prematura del 15enne Dean Berta Vinales in SSP300 nella giornata di sabato nel weekend di Jerez, il pilota di Frascati ha deciso di appendere il casco al chiodo. Un duro sfogo su Instagram, con accuse pesante verso la Federazione.

Michel Fabrizio dice basta con le gare

Tornato in questa stagione in SSP600 dopo sei anni di assenza nel mondiale, Michel Fabrizio dopo ciò che è accaduto nel sabato di Jerez, ha deciso di smettere ufficialmente di correre. Il pilota del Motozoo by Puccetti Racing si è detto sconvolto di quanto accaduto a Berta Vinales, puntando il dito su una Federazione accusata di prediligere solo il business.

Domani mi rifiuterò di correre per rispetto della vita umana. E mi ritiro. E’ il momento di dire basta. Oggi ho assistito ad una brutta giornata, la perdita di un pilota di soli 15 anni. Gare così ne ho viste tante e ogni volta che ne finiva una si tirava un sospiro di sollievo. Ma purtroppo non sempre va bene e oggi è successo l’imprevedibile o forse quello che si sapeva potesse accadere.

L’ex pilota MotoGP e SBK, dopo l’annuncio del ritiro inizia a puntare il dito verso la Federazione Internazionale, colpevole, secondo Fabrizio, di non tutelare i propri giovani talenti.

Fabrizio con la Kawasaki del Team Motozoo by Puccetti Racing – photo credits: worldsbk.com

Ho visto un’indifferenza da parte della Federazione Internazionale: schierare 42 bambini nella Yamaha Cup (per fortuna è andato tutto bene) e altri 42 nel Mondiale 300. Troppi, troppi piloti con poca o addirittura pochissima esperienza e questo non succede solo nel mondiale, ma anche nei campionati nazionali, dove per fare cassa si prende tutto, fino all’ultimo posto disponibile.

Michel Fabrizio su Marquez e Rossi

Il numero 84 della Kawasaki ha continuato con il lungo sfogo su Instagram toccando diversi punti. Tra questi le dichiarazioni di qualche anno fa di Valentino Rossi su Marc Marquez, additato di essere un pilota che si prende rischi eccessivi.

Valentino Rossi anni fa, quando Marquez è entrato in MotoGP, è stato criticato perché si lamentava delle manovre di Marquez “scorrette”. Bisogna dargli ragione. Marc è diventato un punto di riferimento: questi giovani emulano le sue gesta, facendo sorpassi troppo al limite, appoggiandosi al proprio avversario rischiando ogni centimetro. Aggiungiamo che mi ritiro per lanciare un messaggio forte di protesta! Affinché le regole cambino per la salvaguardia delle vite umane. Il problema c’è in Moto3, nella Talent Cup e nei campionati nazionali! Oltre a ciò bisogna rivedere le piste che devono avere spazi di fuga migliori. Vedi l’incidente di Valentino che ha rischiato di morire su una pista fatta male. Vedi il Red Bull Ring, dove i piloti cascano e rimangono in traiettoria. Tutto ciò dipende dalla FIM che non svolge un ruolo di salvaguardia verso la vita, ma predilige semplicemente il business. E’ ora che intervenga la politica di ogni nazione.

Il pilota laziale ricorda come già in passato, Ayrton Senna, lanciò un messaggio a favore di una maggiore sicurezza in Formula1.

Il primo che lanciò un messaggio forte fu Ayrton Senna, che disse come alcune piste fossero pericolose e solo dopo anni dalla sua morte si intervenne. Ad oggi nella Formula1 ci sono meno morti, invece nel motociclismo ultimamente c’è un’ecatombe.

Negli ultimi tre mesi sono successi troppo incidenti in questi campionati di entrata per le classi maggiori. Al Mugello ci ha lasciati Jason Dupasquier, ad Aragon Hugo Millan nel CEV e l’ultimo di questa brutta lista proprio Dean Berta Vinales.

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Simone Massari

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