Verstappen ragazzino terribile
Max Verstappen, il ragazzino terribile arrivato in F1 da adolescente, batte Hamilton e si laurea campione del mondo per la prima volta

Dopo sette anni di dominio, interrotto solo da Rosberg nel 2016, il regno di Lewis Hamilton crolla per la prima volta sotto i colpi di Max Verstappen, il ragazzino terribile arrivato in F1 ancora adolescente e oggi tra i più giovani campioni del mondo di sempre. La lunga battaglia tra i due è stata totale: due modi opposti di vedere le corse e la vita, il giovane tutto genio e sregolatezza da una parte, il campione esperto ma non ancora domo dall’altra. Solo il tempo ci dirà se la vittoria di Max è l’inizio di una nuova era o una parentesi prima che il Re Nero si riprenda il trono nel 2022.

Verstappen, il figlio d’arte con la velocità nel DNA

Neppure la migliore sceneggiatura del miglior film avrebbe mai potuto immaginare un finale di stagione come quello visto oggi ad Abu Dhabi, con Hamilton campione del mondo ad un giro alla fine e improvvisamente battuto alla bandiera a scacchi da Mad Max. Colpa del destino, di una safety car amara per Lewis e propizia per Verstappen. Rimane la bellezza di una lotta al cardiopalma, per cui non bisogna far altro che ringraziare due grandi campioni, diversi sotto ogni punto di vista, uniti dalla stessa fame di vittoria.

Alla fine di una serata lunghissima, trascorsa dai commissari dopo il triplo ricorso della Mercedes, l’ha spuntata lui. Il ragazzo terribile che per tutto l’anno ha ripetuto come un mantra che l’esperienza non conta, che non importa se in bacheca hai un solo titolo mondiale oppure sette. La storia di questo campionato ci dice che aveva ragione lui. E aveva ragione anche Christian Horner quando alla vigilia del GP di Abu Dhabi dichiarava convinto: “La Mercedes ha la macchina, noi abbiamo Verstappen”.

Al suo settimo anno in F1, il giovane talento olandese porta a casa il primo mondiale della sua carriera. Sette anni di attesa sono tanti, nel mezzo c’è stata la supremazia incontrastata di Lewis Hamilton e della Mercedes. Nel frattempo Max è maturato, è diventato più calcolatore, ha imparato a gestire foga e aggressività. Ci siamo così abituati a vederlo in griglia la domenica, da aver dimenticato che siamo di fronte ad un ragazzo di ancora 24 anni, che è nel Circus da quando ne aveva 17, grande abbastanza per correre in F1, non ancora per guidare una macchina su strada. La velocità ce l’ha DNA: figlio di un ex pilota di F1 che, parole sue, gli ha insegnato tutto. Caso più unico che raro di un figlio d’arte che in quanto a talento ha superato nettamente il padre.

Verstappen, il ragazzino terribile che ha macinato un record dietro l’altro

Dal suo debutto con la Toro Rosso nel 2015, il #33 ha polverizzato record su record. Il più giovane pilota a guidare una monoposto di F1, il più giovane a punti, il più giovane a salire sul podio e infine a vincere un GP, a 18 anni in Spagna. Il record di pilota più giovane a vincere il mondiale gli è sfuggito – quello appartiene a Vettel – ma quest’anno si è comunque tolto la soddisfazione di negare al suo avversario il primato più importante: quello di pilota più titolato della storia.

Hamilton si è fermato a quota sette, come Michael Schumacher. Il grande sconfitto della notte di Abu Dhabi ha tenuto testa per tutto il campionato al giovane talento olandese. L’inerzia del mondiale sembrava essere a suo favore dopo il bottino di punti recuperati a Verstappen nelle ultime gare: dal Brasile in poi è stato un assolo del Re Nero che sperava di ripetersi nell’ultima e decisiva gara,

Max e Lewis: una stagione vissuta pericolosamente

Invece, con un colpo di reni durante le qualifiche Max si è conquistato una pole fondamentale per la corsa al titolo. La stagione dell’olandese, così come quella del britannico, è stata un susseguirsi di alti e bassi, lampi di genio intervallati da errori anche gravi. Quando pensavamo di aver detto addio al Verstappen delle origini, quello aggressivo che correva come se in pista ci fosse solo lui, ecco che il giovane di sette anni fa è occasionalmente ricomparso (vedi Monza e Jeddah). E con lui si sono riviste una certa dose di spregiudicatezza, insieme alla convinzione di essere il migliore e il più forte di tutti, convinzione – va detto – che ogni pilota di F1 deve avere per correre a questi livelli. Il migliore si, ma del 2021. L’anno prossimo, quella sarà un’altra storia.

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Rosanna Greco

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