Leclerc va a muro in quel di Monaco. Il posteriore della Ferrari 312 B3-74 del team privato Methusalem si danneggia e la folla (del web e ferraristi stessi) grida al buffone nei confronti di un povero pilota che è stata vittima del destino. Anzi, se vogliamo dirla tutta, Leclerc è stato anche bravo a girare l’auto di posteriore, ma questa è un’altra storia. La vera domanda è: perché prendersela con un povero cristo finendo, al tempo stesso, di diffamare indirettamente chi su quella macchina ci ha versato fatica, lacrime e sudore? Che postaccio il mondo del web!
Lecler a muro: non è stato un errore, ma a chi non capita di sbagliare?
Durante la 13esima edizione della rievocazione storica del GP di Monaco, Charles Leclerc è sceso tra le strade del Principato a bordo della Ferrari 312 B3-74 (ex Niki Lauda) iscritta nella E Series per Claudia Hürtgen dal team Methusalem. Siamo tutti a conoscenza del risultato e del motivo: il monegasco è finito contro il muro della Rascasse danneggiando il posteriore della monoposto per un problema ai freni, la qual cosa ha generato una pioggia di critiche sul web da parte dei classici leoni da tastiera che proprio non riescono a parlare senza prima documentarsi.
In questi giorni su internet si sono letti commenti poco educati rivolti a Charles Leclerc che recitavano, ad esempio, frasi sterili come: “È un pollo”, “Un bollito del genere non può diventare campione del mondo” oppure, la più classica: “I piloti di adesso non sanno guidare le macchine di una volta. Auto da piloti veri”. Roba da impasticcarsi di Benzatropina e rischiare seri problemi al fegato, pur di evitare di farsi prendere dai tic nervosi e, Dio solo sa cos’altro; ma, si sa, il web purtroppo è così e non c’è più rispetto per i piloti di oggi come per quelli di una volta, come ha dichiarato Paolo Ciccarone in uno splendido articolo scritto sul suo portale che vi consiglio di leggere e trovate cliccando qui.
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Il rispetto che manca, non è assente solo nei confronti di Leclerc, ma anche verso quelle persone che hanno lavorato dietro le quinte e che auto come quella l’hanno preparata e vissuta, ricordandone con occhi lucidi i vecchi successi ed i tempi gloriosi. Parliamo di uomini come Mauro Forghieri, Giacomo Caliri, Franco Rocchi, Modesto Menabue e lo stesso Pietro Corradini storico capo meccanico della Ferrari che è stato presente all’evento e ceduto dalla Scuderia Belle Epoque la quale, ci tengo a precisare, non c’entra nulla con il problema meccanico – che può derivare da un errore umano, tecnico o anche dal semplice “caso” – accusato alla vettura guidata da Leclerc.
Uomini del genere, i quali hanno dedicato la loro vita contribuendo a rendere il marchio Ferrari come lo conosciamo oggi, non meritano assolutamente una tale mancanza di rispetto. Lo stesso Pietro Corradini, amareggiato per quanto accaduto tra le bellissime strade del Principato e che ha lavorato una vita al servizio del blasone di Maranello, merita queste diffamazioni? Certo, non saranno state dirette direte voi, erano rivolte al pilota che “non ha saputo guidare una vettura d’epoca”, ma non pensiamo che dietro quella vettura ci sia la preparazione, la dedizione ed i sacrifici di una moltitudine di persone?
Prima di digitare sul vostro smartphone o sulla tastiera del vostro PC tantissime parole colme di odio e astio, prendete un respiro e cercate di essere un po’ empatici cercando di capire, veramente, cosa è potuto andare storto e soprattutto quale può essere la vera causa che ha portato ad un determinato evento. E ricordate, Leclerc sarà anche andato a muro, la macchina ha subito un problema tecnico come già detto, ma parliamoci chiaro: a chi non è mai capitato di sbagliare almeno una volta nella vita?
Ad maiora.
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