La scorsa domenica, a poche ore dal via del Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone, Sebastian Vettel si è esibito in un paio di giri in pista a bordo della Williams WF14B di Nigel Mansell. La storica monoposto ha utilizzato un carburante ad emissioni zero: prima conferma della possibilità di un futuro più sostenibile per la Formula 1?
Sebastian Vettel ed il fil rouge ripreso a Silverstone con la Williams WF14B
Sono scene mitiche, quelle che si vedono la domenica mattina sull’iconica pista di Silverstone. Il protagonista stavolta è Sebastian Vettel, ed il suo è un omaggio sentimentale al campionato del 1992 vinto da Nigel Mansell. Replica in qualche modo ciò che il Leone d’Inghilterra ha fatto il weekend precedente, al Festival of Speed di Goodwood, guidando la Williams nel trentesimo anniversario dalla laurea iridata.
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Per Vettel, però, è una questione diversa. Se il Leone ha riacceso la “Mansell Mania” negli spettatori, portando a nuova vita il rombo del motore giallo e blu, il tedesco ex-ferrarista ha altri intenti. Sebastian si trova per una volta “dall’altra parte della recinzione”, è spettatore e tifoso come gli altri di un pilota fuori dal comune. L’esibizione di Silverstone è l’omaggio di un estimatore all’uomo e alla macchina, dominatori assoluti di una stagione vinta nello stesso circuito inglese trent’anni prima.
Non è un segreto il legame speciale che unisce Vettel alla Williams, a Nigel e alla ormai sua WF14B, acquistata quattro anni fa. é evidente nel sorriso, indelebile quando sale a bordo della monoposto, nelle mani avide sul volante, nel numero di gara che ha scelto appena presentatasi l’occasione, il 5, indossato per anni come uno spillone sulla livrea.
Vettel ed il carburante a zero emissioni, “Possiamo ricordare la storia in maniera responsabile”
Se aveste chiesto al Sebastian di un paio d’anni fa cosa ne pensasse della virata turbo ibrida dei V6, probabilmente vi avrebbe riso in faccia. Il pilota, infatti, è stato critico dell’abbandono dei V12 nel 2014 e del successivo lancio della Formula E, affermando che “La Formula 1 ha bisogno di urlare”. Più recentemente invece, interrogato dal programma inglese Question Time riguardo al suo ruolo in uno sport tanto “gas-divoratore”, ha ammesso che la questione lo facesse sentire ipocrita.
“Ci sono cose che sono sotto il mio controllo e altre che non lo sono. Guidare quella monoposto è la mia passione, la amo. Quando scendo dall’auto, ovviamente, penso: è una cosa che dovremmo fare, viaggiare per il mondo, sprecare risorse? Ho bisogno di prendere un aereo ogni volta?”. – Sebastian Vettel
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é forse questa prospettiva a rendere ancor più efficace il messaggio lanciato da Sebastian Vettel a Silverstone, dato che il motore Renault a 10 cilindri della Williams è stato alimentato da un carburante a emissioni zero. Il tutto senza perdere l’iconico rumore della monoposto, gli strilli sull’asfalto di un pezzo di storia. Così viene riportato l’intento dell’iniziativa, denominata “Race without Trace“, sul sito personale di Sebastian Vettel:
“Come possiamo far girare questa FW14B in modo completamente sostenibile? Volevo mantenere la monoposto il più fedele possibile a quella che ha vinto il titolo mondiale nel 1992. Considerato il tempo a disposizione e non volendo cambiare nulla nel motore, […] abbiamo lasciato tutto com’era e aggiunto carburante ad emissioni zero (CNF). Si tratta di un carburante performante che non aggiunge CO2 nell’ambiente ed è completamente sostenibile. Con questa tecnologia saremo capaci di mantenere vive vecchie monoposto da corsa, pronte a gareggiare senza lasciare tracce”. – Sebastian Vettel
Le implicazioni ambientali sono rilevanti: un carburante come quello di P1 Fuels – al costo di 5,59€ al litro – permetterebbe di annullare le emissioni di carbonio. Ciò verrebbe ottenuto affiancando alla completa sostenibilità le stesse caratteristiche prestazionali e prezzi molto vicini rispetto ai carburanti tradizionali. Una domanda comunque sorge spontanea: è questo ciò che realmente serve alla Formula 1 per ridurre il proprio impatto ambientale?
Ecologia e Formula 1, eterni inconciliabili?
La risposta è affermativa solo in parte, perché questo non è l’unico fattore in campo. La F1 ha recentemente stipulato un accordo a breve termine per ridurre le emissioni entro il 2030, raggiungendo quindi la neutralità carbonica. In questo processo, l’e-fuel proposto da P1 Racing Fuels – selezionato dal 2022 come fornitore del World Rally Championship e del World Touring Car Championship – può svolgere un ruolo certamente di spicco ma non da attore protagonista.
Da neutralizzare, infatti, non sono solo le emissioni di anidride carbonica, ma l’impatto generale dei weekend di gara con tutte le attività corollarie. La logistica, gli spostamenti dei tifosi ed i loro consumi sono i fattori più influenti sull’impatto ambientale della classe regina. Proprio su questi bisognerebbe agire prima.
Secondo i dati forniti dalla Formula 1, le emissioni nel 2019 sono state pari a 256.551 tonnellate di CO2. Il 45% delle emissioni totali proviene dal settore logistico e dai viaggi aerei e marittimi necessari per spedire le apparecchiature alle gare in tutto il mondo. Le emissioni delle piste, invece, ammonterebbero solo all’8% del totale.
Fortunatamente, il mondo dei motori è ben recettivo sul tema ed i primi passi fatti in questa direzione dimostrano una presa di posizione positiva. Figure come Sebastian Vettel possono avere un ruolo ancor più di spicco nella sensibilizzazione a riguardo di un tema oggi più attuale che mai.
La sua uscita in pista a Silverstone ha fatto emozionare, sospirare e sognare, dimostrando anche ai puristi del motore a combustione interna che una spintarella verso l’innovazione non dev’essere per forza un’eresia. è stata un’esibizione che ha intrecciato il vecchio e il nuovo – l’eco-green ed il pezzo da museo – con fili gialli, bianchi e blu, facendo emergere le trame delle vite sportive di due piloti leggendari e di una macchina, la WF14B, che non smette mai di reinventarsi.
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