Il ritorno dalle vacanze per il GP del Belgio non è dei più felici in casa Mercedes. Il circuito di Spa-Francorchamps mostra un George Russell agguerrito, quarto al traguardo, dopo la rincorsa al podio. Dal lato opposto pesa invece l’errore di Lewis Hamilton, costretto al ritiro, ma pesa ancora di più una vettura che ancora necessita di essere compresa dal team guidato da Toto Wolff.
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GP Belgio, Mercedes: Russell costante, ma questo non basta
I podi consecutivi ottenuti dai piloti Mercedes nelle ultime gare prima della pausa estiva non hanno trovato seguito in Belgio. Il rientro dalla pausa estiva non è infatti stato dei migliori per il team di Brackley. Non solo infatti Russell è stato l’unico a terminare la gara, ma i dubbi sulla W13 continuano ad aleggiare all’interno dei box della casa della stella a tre punte. Il weekend non comincia bene, con una W13 che mostra ancora prestazioni altalenanti e non soddisfacenti; le tante penalità favoriscono poi l’avanzata dei piloti Mercedes sulla griglia di partenza.
La gara per Lewis Hamilton si rivela poi essere una brutta parentesi per il pilota inglese. La lotta iniziale con Fernando Alonso riporta le menti agli scontri del passato in McLaren, con un epilogo doloroso per il sette volte campione del mondo. L’errore di Hamilton non solo rischia di danneggiare la gara del pilota asturiano, ma gli costa anche un pesante ritiro. Una conclusione per nulla brillante in un weekend che lascia ancora molti dubbi.
Destino diverso invece per George Russell che nella domenica di Spa-Francorchamps si fa carico dell’intero peso di essere l’unico pilota Mercedes in pista. Il giovane inglese, dopo il ritiro del compagno, conduce una gara impeccabile con tanto di cavalcata finale verso quel terzo posto, poi non conquistato, che avrebbe dato un sapore forse diverso al fine settimana belga. Il quarto posto permette a Russell di avvicinarsi ancora in classifica ai due piloti Ferrari, confermando la costanza e il talento del giovane di Brackley.
Mercedes: sbagliano anche i numeri uno
La ripresa del mondiale 2022 di F1 ha riportato alla luce le problematiche che già avevano caratterizzato la parte di stagione in casa Mercedes. La tanto discussa Direttiva Tecnica numero 39, voluta in particolare dal team di Brackley, non sembra aver favorito quelle W13 che evidentemente hanno incontrato ostacoli diversi sul loro cammino. Nonostante alcune prestazioni notevoli, rispetto a quelle viste ad inizio anno, i dubbi su un progetto sbagliato non sono mai stati cancellati. Al contrario, le performance altalenanti non hanno fatto altro che alimentare domande che sembrano non avere ancora una risposta.
Giunti al GP del Belgio, tappa numero quattordici del mondiale 2022, si può forse dire che anche i numeri uno, a volte, possono commettere errori. Il progetto W13, fin dall’inizio, non ha mostrato quella particolare indole dominatrice che ha caratterizzato le monoposto di Brackley degli ultimi anni. Una condizione che non ha permesso di poter lottare per quella rivincita tanto agognata da Hamilton dopo la passata stagione. Lo stesso Lewis Hamilton che in Belgio ha commesso un errore, terminando con anticipo una gara che poteva permettere a Mercedes un ulteriore passo avanti. Almeno in classifica.
Il weekend assume così un sapore amaro, non solo per il risultato a metà. Le parole di Toto Wolff al termine della gara risuonano infatti come una fastidiosa resa per il team principal austriaco. “Non servono questi risultati se non capiamo come vincere”. Una frase che gela e che appare come una bandiera bianca, che ammette quell’errore che anche i grandi possono commettere purché ci sia sempre un modo per riuscire ad alzarsi di nuovo. Una strada che forse in casa Mercedes non hanno ancora trovato, ma che di certo non smetteranno di cercare.
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