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Le donne pilota hanno difficoltà nel trovare spazio nel motorsport. La FIA e la FOM hanno istituito accademie per ovviare il problema.

Dopo 72 anni dalla fondazione della Formula 1 solo cinque figure femminili hanno avuto un sedile nella massima categoria e, ognuna di queste, è stata una vera pilota nel motorsport. La loro percentuale di partecipazione si ferma al 5%, secondo i dati della FIA Women in Motorsport Commission del 2019. In questo sport, più che in altri, non importa nient’altro che la bravura nel gestire la propria vettura. Si indossa la balaclava, poi il casco, si abbassa la visiera e si è tutti uguali. Allora perché c’è così tanta difficoltà per le donne nel trovare un sedile?

Solo cinque donne nella storia hanno corso nel ruolo di pilota della F1

La storia della Formula Uno ha visto solo cinque donne alla guida di una monoposto e una delle più importanti è Maria Teresa de Filippis (1926-2016), appassionata di motorsport fin da piccola grazie ai suoi fratelli. Nonostante una carriera in Formula Uno priva di successi, ha sicuramente accesso il semaforo verde a tutte quelle donne appassionate di questo mondo che si sono sempre sentite dire che questa era una cosa da uomini. L’unica donna ad aver concluso a punti, nel corso della stagione del 1975, una gara nella massima categoria è stata Lella Lombardi.

Maria Teresa De Filippis
Photo Credit: Maserati Media

Nella stagione 1976, per la prima volta in assoluto, in griglia ci furono due donne pilota: la Lombardi e Divina Galica. Nel 1979 arrivò in F1 anche Desiré Wilson, rimasta nella storia per il suo sorpasso durante il Gp del Sudafrica ai danni di Nigel Mansell, ex campione del mondo. L’ultima donna pilota ad avere un sedile in Formula Uno è stata Giovanna Amati nel 1992. Dopo ben 22 anni un’altra donna è scesa in pista: Susie Wolff ha guidato la vettura Williams nel corso delle prove libere del Gran Premio di Silverstone nel 2014 come test driver.

Le donne pilota oggi: la W Series

Diventare una donna pilota oggi rimane una sorta di tabù dato che, come abbiamo visto, rimane un mondo quasi del tutto prettamente maschile. Trovare donne che abbiano un sedile è estremamente difficile.

W Series
Photo Credit: W Series Twitter

La FIA per ovviare al problema ha dato vita nel 2019 alla W Series, un campionato monomarca che ha l’obiettivo di incoraggiare la partecipazione femminile al mondo delle corse automobilistiche. Però, per problemi economici, che hanno già segnato la stagione 2022 conclusa in anticipo, le ragazze della W Series rischiano di non tornare in pista nel 2023. Infatti, la vincitrice dei tre mondiali disputati (2019, 2021 e 2022) Jamie Chadwick, pilota della Williams Driver Academy, ha deciso di debuttare nel campionato minore dell’IndyCar, la Indy NXT, nel 2023.

Il desiderio di riavere una donna in Formula 1: le Academy

La FOM con Stefano Domenicali ha deciso di istituire la F1 Academy dal 2023, una serie solo per le giovani donne pilota per favorire la loro ascesa nel mondo del motorsport. Sarà la versione femminile della Formula 4.

Nel 2020 la FIA, attraverso la commissione Women in Motorsport, ha lanciato l’innovativo progetto “FIA Girls on Track”. Esso mira ad individuare e supportare i giovani talenti femminili nella scalata al vertice dell’automobilismo. Il principale partner è la Scuderia Ferrari con la sua Ferrari Driver Academy. Il progetto punta al portare le giovani ragazze al volante di una vettura di Formula 4 in uno dei campionati FIA di Formula 4 in Europa.

donne nel motorsport
Photo Credit: FIAWIM Twitter

Attualmente l’unica donna pilota a guidare una monoposto è Maya Weng in Formula 4 con la Iron Dames. La Weng è stata la prima donna ad entrare nella famiglia del cavallino rampante, grazie al progetto “Girls on Track“. A seguire il suo stesso percorso è la giovane Laura Camps, seconda donna della FDA, che nel corso del 2022 ha eseguito dei test sulla vettura di F4 delle Iron Dames.

A giugno 2022 la Alpine ha annunciato un programma chiamato Rac(H)er finalizzato alla diminuzione del gender gap e al rafforzamento della meritocrazia in questo sport. Il team ha aperto un fondo per finanziare i talenti femminili nell’ambito del motorsport. L’obiettivo è riportare dopo tanti anni una donna nella griglia della Formula 1. Inoltre, con il Paris Brain Institute, creerà una sezione dedicata alla scoperta degli elementi fondamentali che rendono un pilota di alto livello. Parte del lavoro di questa sezione sarà dedicata all’abbattimento degli stereotipi che sono stati attribuiti nel corso degli anni delle categorie femminili, per cui si è sempre battuto Sebastian Vettel.

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Mara Giangregorio

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