La fine del mese di marzo ha portato con sé l’attesa notizia di una nuova gara nel calendario di F1; dal 2023 infatti il Circus approderà nella Sin City. L’ingresso del GP di Las Vegas potrebbe però rappresentare un rischio per alcune gare in Europa che ancora non hanno rinnovato i propri contratti con la F1. Quali sono dunque quei circuiti che rischiano l’esclusione?
Tanti candidati per posti limitati
La notizia del terzo appuntamento statunitense è stata accolta con entusiasmo dal mondo della F1. Piloti e team, a novembre del 2023, torneranno così a correre nell’iconica Las Vegas, su un tracciato nuovo rispetto a quando si corse nel 1981 e nel 1982. Se da una parte spopola l’entusiasmo per una location sicuramente in linea con la ricerca della spettacolarità, dall’altra la F1 si trova di fronte ad una questione spinosa.
L’articolo 5.5 del regolamento sportivo di F1 del 2022 recita infatti che il campionato mondiale può arrivare ad un massimo di 24 gare annuali. Premesso che le regole potrebbero ancora cambiare, al momento i GP risulterebbero in sovrannumero. Il calendario del 2022 è infatti composto da 23 gare, di cui una, quella inizialmente prevista in Russia, ancora da sostituire ufficialmente. Ipotizzando che i 22 circuiti presenti vogliano continuità, l’ingresso di Qatar e Las Vegas, sommati al ritorno della Cina, porterebbero il totale a 25 con conseguente dubbio. Chi sarà escluso?
Scoprite qui il nuovo layout del GP di Las Vegas
Gare n Europa a rischio con l’arrivo del GP di Las Vegas?
Il rischio potrebbe infatti essere quello di avere una F1 meno europea, prediligendo Paesi dove il pubblico sembra non voler badare a spese pur di aggiudicarsi uno degli ambìti biglietti di questo spettacolo ritrovato. Ad oggi sono quattro i tracciati europei che ancora non sembrano aver iniziato le contrattazioni per il rinnovo; Francia, Belgio, Monaco e Austria, meno in dubbio rispetto agli altri, hanno infatti l’accordo in scadenza nel 2022. Il primo di questi sembra voler optare per una suddivisione degli alti costi richiesti dal Circus, usando ad anni alterni il circuito di Magny-Cours e quello del Paul Ricard. L’assenza di Spa e Monte Carlo rappresenterebbe invece quasi un affronto; pensare ad un mondiale senza l’Università della F1 o lo storico tracciato del Principato riesce infatti complicato.
Ovviamente c’è da puntualizzare che non solo questi quattro tracciati hanno il contratto in scadenza; anche Città del Messico è infatti nelle stesse condizioni, ma è difficile pensare che la F1 possa rinunciare all’utenza della città messicana. La domanda che sorge è dunque solo una; qualcuno sarà costretto a rinunciare o le regole saranno cambiate affinché il massimo delle gare salga a 25? La risposta potrebbe comunque creare del malcontento in entrambi i casi. Escludere un Paese per scelta non sarebbe infatti una mossa felice e, come spesso affrontato, l’aumentare il numero dei GP metterebbe gli addetti ai lavori di fronte ad un’altra fatica, fisica e mentale, che la F1 sembra non riuscire a vedere (leggete il nostro approfondimento sulla vita da meccanico di F1).
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